Aumentano i casi di neonati in crisi d’astinenza. Il neonatologo: “Troviamo cocaina e oppiacei nelle urine dei bambini”
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Aumentano i casi in tutta Italia di neonati in crisi d’astinenza. Ad accendere un faro sul fenomeno è il quotidiano Repubblica che riporta come in tutta la Penisola il fenomeno ormai è dilagante.
“E così – si legge nell’articolo - vengono al mondo bambini che devono subito prendere il metadone e seguire terapie per affrontare i primi giorni di vita, con lo spettro che altri problemi provocati dalle droghe durante la gestazione, come il ritardo neurologico, si presentino più avanti”.
Un fenomeno in crescita ma molto difficile da mappare: “All'Istituto superiore di sanità dicono di non aver intenzione di farlo, perché si tratterebbe di "schedare" le persone appena nate. In più è molto difficile avere una lettura del fenomeno perché non sempre le condizioni di salute del neonato e quelle personali e sociali dei genitori spingono gli operatori sanitari a fare approfondimenti. Per svolgere l'esame tossicologico sui bambini è necessario il consenso del padre e la madre, che spesso non hanno alcuna intenzione di dare l'ok agli approfondimenti”.
Il neonatologo spiega che di solito i bambini con questi problemi “all'inizio stanno bene, la sindrome di astinenza neonatale inizia dopo un po'. Il bambino diventa agitato, irritabile e bisogna usare barbiturici per sedarlo”.
Se il neonato non ha sintomi particolari, fondamentale per intercettare il problema, spiega Paolillo, è il ruolo delle ostetriche che anche durante il parto colgono segnali nel comportamento dei genitori. “Spesso quando parliamo con le coppie a rischio, ci danno giustificazioni. Dicono di aver preso un po' di coca qualche giorno prima a una festa, o magari di aver assunto eroina "ma fumandola, non iniettandola". Questa è la situazione, e siamo consapevoli del fatto che certamente ci sfuggono dei casi”, conclude.
fonte:
Quotidiano Sanità
