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Diabete in farmacia, risparmi per Ssn possibili con intervento del farmacista. Ecco i numeri

In 13 giorni, 5.000 farmacie hanno monitorato quasi 130mila persone sottoponendole a uno screening gratuito per il diabete e sono state in grado di rilevare quasi 5.000 soggetti affetti dal diabete che non sapevano di esserlo. «Persone che ora possono curarsi adeguatamente» spiega Marco Cossolo, presidente di Federfarma, «e molto probabilmente eviteranno le complicanze e il progredire della malattia, con un vantaggio per la salute della popolazione, ma anche per le casse del servizio sanitario nazionale, perché la patologia costa esponenzialmente di più man mano che progredisce». Inoltre, grazie ai farmacisti, è stato rilevato che il 13,48% dei pazienti affetti dalla patologia a cui è stata prescritta una dieta alimentare non la segue e il 36,26% la segue abbastanza. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla campagna Diaday 2018, organizzata da Federfarma e patrocinata da Fofi, Fnomceo, Amd, Sid, Aild, Utifar, Fenagifar e Cittadinanzattiva, che era partita il 12 novembre, in occasione della giornata del Diabete, e di cui, oggi, sono stati presentati i risultati (la raccolta e le elaborazioni statistiche sono a cura di Promofarma). «L'iniziativa» continua Cossolo «dimostra che la farmacia ha un ruolo decisivo nelle campagne di screening e può dare un importante contributo nel realizzare indagini profonde e dettagliate sul territorio per valutare lo stato di salute della popolazione. Grazie alle oltre 5.000 farmacie che nel novembre del 2018 si sono impegnate gratuitamente nel Diaday abbiamo scattato una fotografia del diabete in Italia», ma anche di come i pazienti si approcciano a terapie e consigli su stili di vita. «L'aderenza alla terapia» ha aggiunto Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar e coordinatrice del progetto DiaDay «è un problema gravissimo e non solo per il diabete. Uno studio recente su 5 patologie croniche molto diffuse (diabete, osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie e ipertensione) ha calcolato che se i malati seguissero scrupolosamente le terapie prescritte loro dal medico, il Ssn potrebbe risparmiare fino a 3,7 miliardi di euro (pari al 22,6% della spesa farmaceutica territoriale, che è di 16,5 miliardi di euro). La presa in carico del paziente cronico da parte della farmacia permetterebbe la riduzione delle ricadute e delle recidive e una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In sintesi, più salute e meno spesa».

Interessanti i dati emersi dalla campagna del 2018: la popolazione esaminata è stata pari a 128.041, di cui il 60,57% donne e nel 43,41% dei casi over 64. Del totale, sono stati sottoposti a screening 116.097 soggetti, mentre 11.944 si sono dichiarati già affetti da diabete. Un primo risultato della campagna è stato quello di individuare i soggetti con nuova diagnosi e a essere presi a riferimento sono stati valori di glicemia >/=126 mg/dL dopo il digiuno notturno o glicemia >200 mg/dL in qualunque momento del giorno. Secondo questo parametro, degli oltre 110mila soggetti sottoposti a screening, 4.893 sono i diabetici di nuova diagnosi, pari al 4,21%: di questi il 65,38% dei casi è di fascia d'età over 64 e, tra tutto il campione, la maggioranza (58,41%) è risultata di sesso maschile.
Importante è stata anche la rilevazione del prediabete, che è una predisposizione al diabete asintomatica e caratterizzata da valori di glucosio nel sangue lievemente superiori alla norma. In questo caso la rilevazione dei parametri clinici deve essere fatta esclusivamente nei soggetti che si sono presentati a digiuno (in totale 41.248): di questi 18.635 sono risultati prediabetici (45,18%). In particolare, secondo le linee guida di ADA (American Diabetes Association) è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno compresa tra 100 e 126 mg/dl, mentre secondo le linee guida dell'OMS è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno compresa tra 110 mg/dl e 126 mg/dl. Nel dettaglio, è stato riscontrato un valore di glicemia a digiuno tra 100-109 mg/dL in 10.719 soggetti (25,99%) e tra 110-125 mg/dL in 7.916 (19,19%).
A ogni modo, anche nel caso di prediabete la stragrande maggioranza dei soggetti è di età superiore ai 64 anni (61,90%), mentre la forbice tra maschi (51%) e femmine (49%) tende a ridursi.

Rischio diabete
A essere calcolato è stato poi il rischio di sviluppare diabete nell'arco di dieci anni nei soggetti prediabetici e in quelli normali, grazie alla somministrazione di un questionario avallato dalla comunità scientifica internazionale. Come si legge nelle schede di sintesi diffuse da Federfarma, «le domande hanno riguardato caratteristiche personali (età e sesso), familiarità con la patologia, stili di vita, alimentazione. Dall'elaborazione delle risposte è risultato che il rischio di contrarre la patologia nei 10 anni successivi è molto elevato (50%) per il 2,55% dei soggetti normali, per il 5,23% dei soggetti che sono prediabetici secondo i parametri ADA (più restrittivi) e per il 7,86% dei prediabetici secondo i parametri (meno restrittivi) dell'OMS. Analoghe le percentuali riscontrate nel 2017».

Al centro dell'indagine c'è stato poi il capitolo dell'aderenza alla terapia: anche in questo caso è stato sottoposto un questionario validato dalla comunità scientifica internazionale, rivolto alle persone entrate in farmacia che si sono dichiarate diabetiche: «Degli 11.944 soggetti con diabete che hanno risposto, la maggioranza (34,28%) è di età compresa tra 70 e 79 anni. In generale, il 61,05% ha familiarità con la patologia, l'82,41% dichiara di non avere complicanze, ma la maggior parte di coloro che hanno complicanze hanno il diabete da più di 3 anni. Del totale, al 70,03% sono stati prescritti restrizioni dietetiche e farmaci orali; al 13,28% è stata prescritta solo la dieta alimentare; all'11,02% sono stati prescritti dieta, farmaci orali e insulina; al 5,67% dieta e insulina». In tema di aderenza alla terapia, «il 62,61% dei diabetici noti dichiara di fare l'automisurazione della glicemia e il 49,03% si sottopone al dosaggio dell'emoglobina glicata. Ma di questi il 46,82% lo fa ogni 6 mesi; il 5,49% lascia passare più di 1 anno tra una misurazione e l'altra; il 22,37 ogni 3 mesi; il 25,31 ogni anno. Per quanto riguarda l'età, va notato che al suo crescere si inverte il rapporto tra soggetti prediabetici e diabetici (in quanto il prediabete è evoluto in diabete): fino a 64 anni i prediabetici sono più dei diabetici, oltre i 64 a essere di più sono i diabetici».
 
 

fonte:

Farmacista 33